A seguito di un accordo fra le varie forze politiche, i relatori del provvedimento, Sen. Anna Finocchiaro e Sen. Roberto Calderoli, hanno depositato, in data 20 giugno, 20 proposte emendative al testo, che precludono tutti gli altri.
In particolare si segnala l’emendamento 26.1000 che riscrive per intero l’art. 117.
La nuova formulazione sottrae il nuovo ente di area vasta alla disciplina statale, e non riconosce ad essa di nessun tipo di garanzia neanche a livello di principi nel nuovo ordinamento costituzionale.
L’emendamento dei relatori, non prevedendo nessun tipo di riconoscimento all’ente di area vasta, avrà l’effetto di regionalizzare le funzioni oggi esercitate dalle Province, che verranno accentrate negli uffici regionali o esercitate da enti strumentali appositamente istituiti.
L’Upi e l’Anci hanno manifestato la propria contrarietà al Governo in una nota ufficiale, presentando allo stesso tempo una proposta di sub-emendamento teso a garantire un modello di area vasta uniforme sul territorio, attraverso la richiesta di una tutela costituzionale che non può essere limitata alle sole Città metropolitane.
L’emendamento dei relatori infatti è tale da non rendere più il testo in discussione coerente con le riforme già approvate, in particolare rispetto al futuro assetto del governo locale definito dalla Legge 56/2014 (legge Delrio) la cui attuazione verrebbe immediatamente bloccata.
Le modifiche proposte dai relatori consegnano in capo alle Regioni ogni competenza rispetto ai nuovi enti di area vasta, nonché indeboliscono la competenza legislativa esclusiva statale in materia di gestione associata dei Comuni con il rischio evidente di creare venti nuove tipologie diverse di province.
Consulta il documento: Resconto iter legislativo enti di area vasta
FONTE: UPI – Unione delle Province Italiane