“Creme solari abbronzanti e protettive, creme per il viso anti-età, latti idratanti e detergenti, shampoo, balsamo e gel per capelli, creme da barba, lozioni per il corpo e trucchi: ogni giorno usiamo enormi quantità di prodotti per la cosmesi (circa 2 milioni di tonnellate in tutta l’UE) eppure in Italia non esiste legge che preveda di ‘misurare’ cosa e quanto finisce nell’ambiente, fiumi e mari innanzitutto.
Per colmare questa lacuna, grazie anche alla collaborazione con Skineco, l’Associazione Internazionale di Dermatologia Ecologia, ho presentato il progetto di legge ‘Disposizioni concernenti la certificazione ecologica dei prodotti cosmetici’ (AC 106). Si tratta di una proposta che va in direzione di una maggiore tutela dell’ambiente e della salute e che mira anche a rafforzare una filiera virtuosa, che puntando su ricerca e innovazione potrebbe diventare uno dei nuovi campi di azione della green economy e della chimica verde.
Il progetto di legge, sottoscritto da molti deputati, istituisce un marchio italiano di qualità ecologica dei cosmetici e prescrive che ogni prodotto abbia un ‘dossier ecologico’ in cui sia specificata la composizione e la quantità di sostanze non biodegradabili o che possano avere impatto su acqua e ambiente e il tipo di imballaggio. Sono inoltre indicate le sostanze dannose per la salute o l’ambiente che non possono essere presenti in un prodotto per poter ottenere la certificazione ecologica”, lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, sul disegno di legge di cui è primo firmatario sulla cosmesi ‘green’.
“In Italia – prosegue Realacci – non esiste nessuna forma di certificazione ecologica relativa ai cosmetici che sia gestita e garantita dallo Stato, mentre molti sono i marchi “privati”, a dimostrazione di una reale esigenza di mercato e di una crescente attenzione di cittadini e consumatori verso la cosmesi bio e sostenibile. Purtroppo, però, queste certificazioni “fai da te” sono adattabili a qualsiasi esigenza e sono, molto spesso, diverse le une dalle altre creando una confusione insostenibile da parte dei consumatori.
Accanto a questi marchi ecologici ci sono poi molti marchi senza nessun disciplinare, si tratta di loghi di fantasia che il produttore appone sull’etichetta allo scopo di attirare la clientele “etica”. Oltre all’incertezza nei confronti dei consumatori, la mancanza di una certificazione ecologica per i cosmetici ha notevoli ripercussioni anche sull’ambiente, nel quale ogni anno si riversano tonnellate di prodotti per la cura della persona. Con la nuova legge si vuole coprire questa lacuna anche per dare ai consumatori uno strumento di scelta davvero super partes”.
FONTE: AgenParl – Agenzia Parlamentare per l’Informazione Politica ed Economica
AUTORE: Ugo Giano