Le province non saranno abolite ma resteranno “non elettive”, la legge elettorale non avrà preferenze e in dirittura d’arrivo c’è il Senato dei “nominati”. Così le riforme frutto dell’accordo tra Renzi, Berlusconi e Alfano fanno carta straccia della possibilità di indicare col voto chi mandare nelle istituzioni e nelle assemblee elettive. Eppure gli affossatori della volontà popolare fino a ieri volevano le preferenze, a partire da Renzi e Berlusconi. Oggi nel Pd altro braccio di ferro su Palazzo Madama.
Continua a leggere dalla fonte: Fatto Quotidiano